A volte le chiacchiere sull’innovazione bisogna proprio lasciarle perdere.
Mentre tutti si affannano a cercare la next big thing o a scovare il sound del futuro, spesso non ci si accorge che la formula vincente è già qua, e si chiama rock. Eh sì, a sostituire il classico vecchio rock ci provano in parecchi, ma per quanto malconcio e usurato (dicono), alla fine vince sempre, e i rivali tornano in panchina.
La prova? Eccola qui, il nuovo album di Rigo, Angeli e Demoni.
Antonio Righetti, in arte Rigo, è di quelli che sul rock la sanno lunga: inizia a masticare musica nel 1986, imbracciando il basso con i Rocking Chairs, e se la sua carriera lo vede per anni accanto ad artisti del calibro di Ligabue o l’ex vocalist dei Nomadi Danilo Sacco, beh, si vede che lui quella formula vincente l’ha proprio capita, e anche in Angeli e Demoni, uscito lo scorso settembre, la mette in pratica a dovere, e quando gli facciamo una domanda in merito, lo dice chiaramente:
Nel mio modo di comporre e suonare ho sempre un occhio per i grandi classici : Johnny Cash, Bob Dylan, ed è qualcosa che faccio in maniera esplicita.
Ma non c’è il rischio che il rock classico, alla fin fine, abbia detto tutto?
Non credo proprio: ho visto recentemente Bob Dylan in concerto, e ho potuto verificare quanto anche un grande maestro che ci sembra di conoscere in tutto e per tutto possa ancora stupirci con delle novità. Certamente esiste una grande strada che è stata tracciata dai grandi, ma a livello di arricchimento c’è secondo me parecchio ancora da dire. Il rock si apre ad una moltitudine di arrangiamenti diversi che è bello sperimentare! Ci sono gruppi di ragazzi come gli Stripes che hanno un suono apertamente anni 60’, eppure sono davvero godibili, appaiono come gruppi freschi e vitali.
Come sta andando Angeli e Demoni, che accoglienza ha avuto?
C’è parecchia curiosità: in questo disco canto in italiano e per me è decisamente inusuale. E’ un modo di fare musica che mi appartiene solo in parte: io scrivo sempre in inglese, e questa è stata un po’ una sfida. In realtà mi è capitato di comporre e registrare altro materiale in italiano, ma è qualcosa che rimarrà sempre nei miei archivi…in tutta onestà mi preferisco di più in inglese!
Nel corso della tua carriera hai avuto modo di collaborare con tanti nomi importanti del nostro panorama musicali: quali sono secondo te i pregi e i difetti della via italiana al rock? Pensi che esista ancora un lato “ribelle” della musica?
Il nostro maggior pregio è sicuramente la vivacità di contenuti, che altrove non c’è: sono stati affrontati e approfonditi temi che altrove non ritroveresti mai in un brano rock. Dall’altro, nel tempo, questo ha portato ad un appesantimento, i testi hanno preso il sopravvento sulla musica. Basta vedere come da noi la voce ha quasi sempre la meglio sulle chitarre, cosa che è esattamente il contrario di quello che avviene all’estero.
Quanto alla ribellione, parlerei di più di un senso di libertà che resta comunque un desiderio sempre attuale.
Guardando ai risultati di oggi, come vedi i sogni e le speranze che avevi quando hai iniziato a suonare?
Sicuramente ambivo a molto meno: avevo solo voglia di suonare in giro e far macello. Poi ho iniziato a capire che oltre a divertirmi, quella era anche la mia strada. Un po’ ho avuto fortuna e un po’ me la sono anche cercata, e sono arrivato fino qui, ma ci vuole tanta passione.
Che consigli daresti quindi ad un ragazzo che si avvicina al basso e sogna di metter su una band?
Innanzitutto gli direi bravo, perché ha scelto uno strumento che è il principe della scena, alla base del ritmo, e oggi il ritmo è il fondamento della musica. Col basso si hanno tante potenzialità per esprimersi!
Seconda cosa: sii curioso, e non solo in ambito musicale. Per suonare occorre vivere la vita, avere qualcosa da dire, e solo guardandosi attorno si impara. Infine: il rock va vissuto, bisognare suonare, ascoltare, essere presenti dove la musica viene fatta e fruita. Oggi abbiamo tante possibilità che ci vengono per esempio da Youtube, ma senza questo approccio non si arriva da nessuna parte!

