“Tradizione non è culto delle ceneri
ma custodia del fuoco“.
[Gustav Mahler]
La sera di Giovedì 30 gennaio, i Majaria Trio – Lucrezio de Seta (batteria) Alessandro Patti (basso), Primiano Di Biase (pianoforte) in ensemble con Eleonora Bordonaro (voce) sono stati ospiti di Francesco Antonioni, noto conoscitore di Musica dotta e conduttore del programma “La Stanza della Musica” su Radio Rai 3, per presentare al vasto pubblico radiofonico di Radio Rai e a quello della storica Sala A di Via Asiago in Roma, “La Custodia del Fuoco”.
Il progetto nasce per mantenere vivo quel “fuoco” che brucia intensamente tra i solchi tracciati dal popolo siciliano e nel tempo abbiamo imparato a identificare come la tradizione di una terra che non si è mai arresa dinanzi alle avversità, le più varie, spesso legate a determinati accadimenti; condizionate dalle asperrità del territorio non sempre generoso; indotte dal mutamento generazionale. E’ così che i Majaria Trio insieme alla Bordonaro, custodendo di fatto il fuoco della tradizione, nota dopo nota, portano in evidenza, tra sacro e profano, con la coerenza e l’irriverenza che è propria del canto in dialetto, la cultura popolare.
Una opportunità di viaggio che, giovedì sera, in quel di Via Asiago, ha spinto Antonioni, a “giocare” insieme a Lucrezio, Alessandro, Primiano & Eleonora l’arte del confronto, del racconto.
Da una parte, dunque, le citazioni filosofiche, eteree, dotate di un certo fascino, evocate dal conduttore e, dall’altra, le note concrete, terrigne, di un gruppo rispettoso della tradizione intesa come opportunità di conoscenza e approfondimento delle radici. Radici che alimentano/ condizionano il quotidiano agire ed è importante non dimenticare.
I Majaria insieme ad Eleonora Bordonaro hanno eseguito i 13 brani contenuti nell’album “La Custodia del Fuoco” prodotto dalla “Headache Production“.
E volendo esprimere un giudizio di merito sulla serata, sentiamo l’esigenza di sottolineare che De Seta, Patti e Di Biase hanno “giocato” in perfetto stile Jazz musiche che nascono da una radice diversa, come quella dei campi o delle feste di paese che di jazz non hanno nulla mentre Eleonora Bordonaro durante lo spettacolo è riuscita a fondere, perfettamente, voce ed anima. Sarà che per lei raccontare le storie della propria terra è vitale. Perchè ciò che a volte non si dice, traspare.
“Il canto diventa così funzionale a descrivere una condizione,
riuscendo a non essere più fine a se stesso
e permettendo alla volontà di riscatto
di ergersi al di sopra della fiamma”.
[Gustav Mahler]
di Giovanni Pirri




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