(@AlessioArena) “La letteratura tamil a Napoli” di Alessio Arena giovedì 23 ottobre Libreria IBS

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Giovedì 23 ottobre Alessio Arena insieme a Sandra Petrignani sara alle ore 18 presso la Libreria IBS di Via Nazionale  per presentare il romanzo “La letteratura tamil a Napoli“.

Nascosti nel sottosuolo della città, e pronti a farsi saltare in aria per far conoscere al mondo la tragica causa di Tamil Eelam, la loro patria perduta, dopo la resa definitiva delle Tigri e l’uccisione del loro capo Velupillai Prabhakaran da parte delle forze governative dello Sri Lanka, i tamil di Napoli, ostinati «come una crepa che si arrampica nella parete di un giardino, pieno di erbacce e frequentato dalle peggiori bestie notturne», in vent’anni di lavoro hanno creato un mondo altro, quasi un doppio della città, e hanno formato una società segreta, l’Accademia dei sotterranei, che va producendo opere letterarie napo-tamil.

Dieci dei loro scrittori, annidati nel sottosuolo della città, raccontano la storia meravigliosa di questa guerra sconosciuta, e lo fanno per l’appunto in dieci capitoli, quanti sono gli avatara (le reincarnazioni) di Vishnu, i cui altarini campeggiano nei bassi dei tamil di Materdei, della Sanità, dei Quartieri Spagnoli e del Pallonetto di Santa Lucia.

In uno straordinario concerto narrativo, una comunità invisibile racconta le sue mirabolanti imprese, le mitologie, la vita quotidiana.

È una comunità che ha lasciato la sua impronta sull’immaginario attuale di Napoli, e che, a sua volta, da Napoli è stata profondamente segnata, creando strepitose mescolanze. Abbiamo così madonne con proboscidi e code di elefante, patroni nati dalla fusione di Buddha e San Gennaro, e una disperata attività letteraria espressa sulle pagine di una rivista underground che s’intitola Cannarutizia. La fantasia di Arena procede sbrigliata e felice con un fuoco di fila di magnifiche invenzioni, come quella della prima macelleria vegetariana del mondo, o quella di un coro tamil del teatro di San Carlo, il cui direttore, Thiruchelvam detto’o Cardillo, diventa una star del pantheon neomelodico con il super-hit «’Ndraccalà»; e poi la pizza Paruppusilli, condita con una specie di fagioli asiatici, curry e peperoncino, o la sindaca Iervolino che, convertitasi, adibisce un’intera sala del municipio ad attività di meditazione. Soprattutto, i quattro Vangeli vesuviani di Siddharta, del Mahatma Fiorenzo Sarnelli, alla cui origine c’è, nel Settecento, la storia di una prodigiosa reliquia – una goccia del sangue del Buddha – versata nel cratere del Vesuvio.

Sostenuto da una lingua bellissima e inventiva, l’opera di Arena è un libro di estrema originalità e ardua classificazione.

Epica e comica, sentimentale e spietata, capace di scatenare il riso e il pianto, è il ritratto possibile di un mondo nuovo che nasce dall’incontro di realtà fra loro estranee, e che tuttavia sanno cooperare fino a coincidere.

Nella copertina del libro  la pittura originaria del Rajasthan, degli inizi dell’ottocento, raffigurante il Dio Vishnu, la cui mitologia si intreccia alla storia sotterranea e napoletana del libro, nel suo aspetto di Vishvarupa, vale a dire di “Uomo Cosmico”. Sul suo corpo è infatti rappresentato (e riassunto) tutto il creato.

Tra le figure che popolano la sua pelle campeggia un’immagine di San Gennaro, con il suo copricapo vescovile, come prova plausibile del carattere sincretico e napo-hindū del libro.

Vedi la scheda del libro sul sito dell’editore.

 

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