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Ci ha contagiato per la sua capacità dialettica ma, cosa ancora più importante, per la sua semplicità nel raccontarsi e nel raccontare di un gruppo che ha dalla propria un unico grande pregio proiettato verso un obiettivo altrettanto grande. Praticamente il loro gruppo è una unica, grande, identità collettiva diretta verso la ricerca del Sè e dei sogni che la animano.
Identità che brilla come un diamante al sole e scintilla che scaturisce dalla stessa armonia di cui è capace e trasuda dalle canzoni che restano al centro di ampie contaminazioni che spaziano tra i generi più impensati.
Stiamo parlando dei CIRQUE DES RÊVES e della voce di Lisa Starnini la quale ha deciso di rispondere alle nostre domande.
Il nuovo EP contiene 6 brani inediti dal sapore pop folk. Possiamo definirlo un viaggio naturale al centro delle vostre identità?
La musica del nostro gruppo manifesta la volontà di far sposare, insieme, le diverse identità. Ci siamo accorti che le fondamenta musicali dei CIRQUE DES RÊVES sono determinate dalla confluenza di sei entità diverse alle quali appartengono altrettanti generi. E’ stata una opportunità per mettere insieme i nostri punti di vista. Ne è nata, così, una rappresentazione che ci ha permesso di maturare come musicisti e ci ha aiutato a crescere come individui.
Mi viene naturale chiederVi quali siano le Vostre culture di provenienza?
Provengono dal mondo Indie, folk , metal , brit pop, pop , jazz senza tralasciare il mondo della musica classica.
Il Vostro Ep coniuga linguaggi differenti. i brani sono cantati sia in Italiano che in francese e in Inglese. La scelta della lingua è casuale o aiuta ad esprimere meglio le vostre radici?
Quando scriviamo un nuovo brano, partiamo sempre da una linea di voce nella quale si usano spesso parole pronunciate a caso. Così facendo riusciamo a fissare la linea melodica che, successivamente, viene musicata e arrangiata da tutti noi. Una volta terminato l’arrangiamento e la canzone ha rivelato la sua identità l’ultima nostra scelta ricade sulla lingua da adottare con le parole del pezzo. Ovvio che se la linea melodica evoca sonorità celtiche si capisce fin da subito che la lingua inglese può rivelarsi non adatta.
Che rapporto hai con le lingue?
Direi facile visto che provengo dal linguistico. Mi risultano facili.
Nel Vostro video ciascuno di Voi sembra occupare un posto ben preciso, legato al proprio ruolo di musicista. E’ così anche nella vita di tutti i giorni. Ruoli prestabiliti tra confini ben delineati?
Tutti abbiamo lo stesso posto. Nessuno comanda. Nessuno subisce. Pensa che all’inizio eravamo restii a dichiarare i nostri nomi perchè abbiamo sempre puntato tutto sul discorso dell’identità collettiva. Oggi più che mai i CIRQUE DES RÊVES non potrebbe esistere se non fosse realmente così. Ogni decisione è frutto di una discussione comune.
Tornando ai brani si parla di atmosfere oniriche e di sogni nel cassetto trasformati in musica. Che rapporto avete con i sogni?
Sono la base di tutto. Il nostro intento è di elaborarli attraverso il nostro talento al solo fine di condividerli, chissà, magari spronando gli altri ad inseguire i propri. Siamo in un momento grigio e c’è tanta rassegnazione in giro e tornare ad inseguire i propri sogni potrebbe aiutare molti a ritrovare la forza per lottare ancora senza arrendersi.
E’ un lavoro rischioso mettere all’aria i propri sogni?
Più che rischioso è difficile e quando ti trovi a concretizzarli e a fare sacrifici per metterli in pratica capisci che presuppongono tanta determinzione. Non c’è sogno che non nasconda dietro di sé i sacrifici necessari per sostenerlo. Il sogno si scontra, per sua natura, con le difficoltà reale di tutti i giorni. Io, Lisa, ho compreso che più è grande la fatica e maggiore è la consapevolezza che se ne trae. Sognare è come viaggiare e non conta la meta che hai davanti agli occhi ma il viaggio che fai per tentare di raggiungerla.
Come identità collettiva cosa vi siete imposti di non fare mai?
Preferisco dirti più che cosa amiamo fare. Sicuramente diciamo sì al grande amore per la grande musica. Di conseguenza ci siamo imposti di non scendere a compromessi. A maggior ragione se le nostre azioni possono compromettere la nostra idea sulla qualità musicale.
E cosa sognate per la vostra musica?
La Royal Albert Hall London o la Radio City Music Hall. Sono i nostri due sogni più imponenti.
Sul fronte collaborazioni?
Ne abbiamo avute, ne abbiamo e ne cerchiamo sempe di nuove. Fino a poco tempo fa abbiamo lavorato con David Richards (già co-produttore dei Queen, David Bowie, Roger Taylor, Brian May, Iggy Pop e molti altri). Purtroppo è venuto a mancare a dicembre 2014.
Ora stiamo lavorando con Maartin Allcock e presto annunceremo l’arrivo di grandi novità. Il futuro guarda al nuovo album e stiamo cercando strade che si occupino della parte esecutiva, anche perché quella creativa è già stata ultimata.
Avete in previsione di fare concerti?
Sul fronte concerti faremo dei mini live aspettando la torunée estiva.
Cosa c’è nel cassetto di questo nuovo disco?
Un pezzo in francese mentre gli altri, forse, saranno cantati in lingua italiana. Il cassetto però non è stato ancora chiuso.
Che importanza date a manifestazioni come Sanremo?
E’ la più importante manifestazione presente nel panorama musicale italiano anche se la qualità sta scendendo. Questo calo è lo specchio di un paese che non sta crescendo e di un mondo musicale che ha moltissimi problemi. Sanremo è comunque un sogno e quest’anno non abbiamo partecipato perché non siamo riusciti a presentare il nostro brano in tempo.
E…
Il messaggio che porto spesso sul palco è uno soltanto. “Cominciate a colorare le Vostre esistenze, a credere in Voi stessi e ai sogni smettendola di vivere in un limbo. Rialzarsi è sempre possibile.”
[tube]https://www.youtube.com/watch?v=aeRmLwIhI30[/tube]
https://www.youtube.com/watch?v=aeRmLwIhI30
di Giovanni Pirri
