Dissacrante per alcuni, consacrante per molti.
“Dio c’è” è il primo album ufficiale di Achille Lauro pubblicato sotto etichetta Roccia Music, in uscita il 26 maggio 2015 in tutti i negozi di dischi e nei digital store. (qui il link Itunes http://bit.ly/DioCe )
Con il suo nuovo progetto artistico il rapper romano fotografa gli stati d’animo, immortalandoli nell’eternità di un disco che mette a nudo i sentimenti e le sensazioni più intime che, attraverso il suo inconfondibile street-rap d’autore, riportano l’attenzione del pubblico su una dimensione concreta appartenente alla realtà, priva di ogni tipo di filtro ottico e morale.
“Penso che sia proprio questo volere incidere i propri stati d’animo, come se fossero scritti nero su bianco, il punto forte dell’album” dichiara Achille Lauro, che continua: “É proprio in questo modo, infatti, che i brani comunicano attraverso varie sfumature utilizzando il linguaggio universale delle emozioni.”
Nel corso della sua carriera musicale Achille Lauro ha sempre fatto ricorso all’ironia anche per trattare i temi più scomodi, anche quando l’oggetto di un suo testo era inerente a ciò che stava vivendo il nostro Paese, alle famiglie ridotte sul lastrico con un ventaglio di possibilità davvero esiguo. Sotto quell’ironia si nasconde un profondo dissenso alle costrizioni che la vita impone, dove senza dubbio c’è ben poco da ridere. “Mi ritengo una persona molto fortunata perché ho avuto una possibilità che pochi hanno, ed è per questo che sento di essere portavoce di una generazione alimentata da una forte voglia di rivalsa: da qui nasce la decisione di chiamare l’album ‘Dio c’è‘” afferma Achille.
Il titolo del disco segue un ideale fil rouge con le opere precedenti di Achille, che ha spesso citato Barabba e inserendo tra l’altro alla fine di ogni pezzo di “Achille Idol – Immortale” un salmo dal ‘Vangelo secondo uno stronzo’, che vede la preghiera come forma di speranza e che nel primo paragrafo del suo ‘personale vangelo’ scrive: “Dio disse non puoi cadere’”, una frase che il musicista ha ripetuto a sé stesso in numerose occasioni.
Achille Lauro, apparentemente musicista schivo e tendente all’anonimato tanto da girare spesso con volto e capo quasi totalmente coperti, preferisce da sempre, ma in modo particolare in questo disco, metterci in primo luogo la voce ed il cuore piuttosto che la faccia, dimostrando concretezza e piedi ben piantati a terra.
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