Le Interviste di Allinfo.it : FLORALEDA SACCHI (Intimamente Tango)

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FLORALEDA SACCHI e MARISTELLA PATUZZI hanno pubbliato di recente  “INTIMAMENTE TANGO” che apre alle infinite considerazioni che ruotano attorno all’idea che parlare  e suonare il Tango in un modo totalmente differente da quello al quale siamo abituati non solo è possibile ma è anche appassionante.

Cerchiamo di capire assieme a Floraleda il perché.

L’impressione è di non avere a che fare col  solito progetto che parla di tango in maniera poco illuminata?

Sicuramente Intimamente Tango  si muove in una direzione totalmente opposta rispetto a quella prevalente quando si tratta di realizzare dei tributi / omaggio a grandi artisti come Piazzolla.

Quando si pensa di aver detto tutto sul tango, il tempo ci insegna che è tempo di ricredersi?

Tanti arrangiamenti  sono stati già eseguiti e il problema della originalità degli stessi è complesso. Credo sia importamte  sforzarsi di trovare la propria chiave di lettura della musica quando si affrontano  autori / compositori  classici. Non è facile ma neanche impossibile. Tenuto conto che copiare non funziona e anche se sei bravo a farlo questo modo ti fare non ripaga.

Qual è stato, dunque, il Vostro approccio al tango di Piazzolla?

Avvicinarsi a Piazzolla con strumenti che  hanno permesso  una rilettura intima, minimale e  ha funzionato. Non eravamo sicuri al 100% ma alla fine è andata bene. Ci stiamo stupiti dello stesso stupore delle persone che hanno percepito / recepito le nostre intenzioni di sperimentazione.

Cosa pensi abbia reso possibile una tale intesa con il pubblico?

Credo abbia funzionato l’idea di suonare con MARISTELLA. Trovare una persona simile a te che ti porta al confronto continuo che, poi, si traduce in modi di fare è difficile. E quando ci siamo resi conto di questa sintonia, decidere di suonare  Piazzolla ma ancor prima il Tango, visto che fuori dal progetto del disco affrontiamo   anche altri autori,  è stato, come dire, naturale. Solo dopo  ci siamo accorti che nessuno lo aveva mai suonato in quella maniera e abbiamo tentato di lavorare sulla compatibilità, sull’amore comune  per questo autore. E così è nata la nostra rilettura.

Ecco perchè avete scelto di non allontanarvi dagli arrangiamenti originali?

Sicuramente. Ci interessava tornare alle origini. Nel Tango  non conta la bravura delle esecuzioni e in “Intimamente Tango” ci sono molte improvvisazioni. Abbiamo  riproposto piazzolla “nudo e crudo” senza troppe variazioni, senza nessun preambolo e senza nessuna lunga coda.  Di nostro interesse, infatti, è stato lo studio della lunga sperimentazione che lo stesso Piazzolla ha intrapreso. Astor  veniva da studi classici e grazie ai suoi studi ha inserito  tantissimi elementi che provengono da altre culture / compositori e ha messo in atto una attenta  ricerca del suono trovandone, di fatto, uno tutto suo.

Cosa vi ha colpito maggiormente?

Siamo andati a vedere come riusciva ad elaborare il ventaglio di suoni in base al suo bisogno di esprimere le  emozioni che riteneva importante trasmettere in quel momento e ci siamo ritrovate dinanzi a  tutta una serie di sonorità grazie anche all’uso spinto dei  nostri strumenti che hanno così potuto suonare in maniere non comune.

Un viaggio a ritroso nel mondo di Piazzolla?

Io conoscevo il produttore di Piazzolla (Pagani) e conservavo dentro di me una duplice immagine di Astor… quella di musicista e quella di uomo:  duro, polemico, severo.
Dopo questa nostra ricerca per me e Maristella  è stato come averlo riascoltato per la prima volta.  E ci ha colpito la sua indole che è stata percepita appieno dal   pubblico che lo ha reso famoso.

Che è poi il modo  per entrare nella storia e nelle identià di  popoli che hanno reso il tango un simbolo ?

Astor è entrato nella mitologia dei popoli anche se la sua musica è attuale  per la sua immediatezza. Esprime  emozioni continue in tutte le sue sfumature. La vivacità del tango si manifesta nelle persone che lo amano e  le fa sentire vive.  Ecco perché  le sue intuizioni arrivano  prima di qualcunque costruzione musicale. Arrivano fino al punto di superare la durezza della vita.  Di fatto il tango nasce  da culture differenti che lo rendono  carico di indentità e di sensazioni dovute al vissuto intimo di ciascun popolo.

Da qui anche il titolo che comunica intimità a partire dal video che racconta i momenti simbolo di un artista?

Nel video era importante sottolineare alcuni dei momenti che l’artista vive anche se il titolo dell’album e quindi la parola Intimamente si apre alle mille accezioni possibili. Per noi intima è la simbiosi vissuta da due ballerini mentre ballano o da due musicisti mentre danno vita al loro ensemble. Intimo è il  sentimento e intima   è l’intenzione di fare musica con la voglia di emozionarsi. Piazzolla suona musica che ha fascino e poesia, soprattutto che si amplifica diversamente a seconda dello strumento utilizzato.

Che momento è quello che vi capita di vivere un attimo prima di andare  sul palco e mentre suonate?

Ognuno di noi vive  il proprio stato d’animo. Io ad esempio sono molto contenta e in quel momento esiste solo la voglia di suonare, di esprimere le mie emozioni. Maristella è molto più agitata.  Suonare è,  comunque,  mettersi a nudo. Soprattuto se hai deciso di fare tu gli arrangiameti di ciò che suoni.  Mettici poi che ogni teatro è una scatola acustica diversa e già questo cambia la tua sensazione e il modo di suonare …e poi il pubblico si sente tantissimo a seconda dei luoghi dove andiamo ad esibirci. Nei teatri italiani loro sentono te ma tu senti anche loro. E’  vivere, quindi,  in un interscambio continuo di emozioni  che dipendono ovviamente da tanti fattori.

Il prossimo futuro ?

Lo vediamo in continuo  divenire. Ci porterà a suonare un repertorio esteso con una  chiave  sempre diversa.

Cosa vi ha stupito di più di questo vostro viaggio?

Che ci viene sempre voglia di mettere in pratica nuove idee, di migliorare E’ un continuo mettersi in gioco in funzione pure della risposta del pubblico che ha capito i nostri stati d’animo. Ci sono comunicazioni non scritte che viaggiano su altre lunghezze d’onda.

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E…

Crediamo sia importante spingersi nella  ricerca della bellezza. E’ fondamentale e  fa migliorare le persone. Sopravvive ai grandi eventi e ai grandi show. La bellezza può salvare il mondo e ti sprona a portare avanti ciò che piace.   Che è poi creare quell’amornia che fa guardare oltre. Soprattutto se pensi che  molte persone non si spingono oltre le cose che sono abituate ad ascoltare.

di Giovanni Pirri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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