Recensione in breve : il Ritorno al futuro con la musica dei LA ROSTA

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Son passati esattamente 30 anni dall’uscita di ritorno al futuro ed  era il 2015 l’anno materializzato dall’immaginazione di Robert Zemeckis: nella seconda parte del film aveva catapultato Marty Mc Fly e Doc nel futuro  immaginandolo senza strade perché le macchine circolavano per aria, ma soprattutto illuminato dagli  skateboard volanti, gli  hoverboard e le   scarpe autoallaccianti.

Ascoltando Roba Lieve, la “Roba” che i La ROSTA “spacciano” nel 2015 è tutt’altro che lieve, sarà che sembra anch’essa uscita direttamente dalla fantasia di un ipotetico scienziato della musica, assai amante di canzoni  d’altri tempi. Canzoni uscite direttamente da qualche programma RAI degli anni ’70.  Anche se si potrebbe tentare una retrodatazione ulteriore all’interno del decennio antecedente.

Se le canzoni potessero visualizzarsi in bianco e nero durante l’ascolto,  l’illusione sarebbe  completa.

Il disco dei LA ROSTA si apre con il brano “Per un momento ancora” ed è come se per un attimo si ricreasse una sorta di effetto Giovanardi  ai tempi di Ho sognato troppo l’altra notte?  ma a ben guardare sia il testo che la trama musicale si rivelano autenticamente piacevoli e, proseguendo nell’ascolto dei brani che seguono, i LA ROSTA si dimostrano capaci di far sognare ad occhi aperti.

Roba Lieve” contiene 11 brani. Ecco la tracklist

01 PER UN MOMENTO ANCORA //  02 CANZONE SUI BINARI N1 //  03 ROBA LIEVE //  04 SOLITUDINE // 05 TROPPO TEMPO QUI DA SOLO //  06 VIA ADUA-mp3.mp3  // 07 TRA I TUOI SUONI // 08 L’ESTATE DELL’80 //  09 LE LUCCIOLE //  10 EMMA //  11 LIZZY LUZ

Praticamente undici canzoni che gli stessi LA ROSTA sostengono  esser combinate tra suoni acustici e trame elettroniche, intrise di sapori mediterranei e  padani, in bilico tra folk e new wave, tra il cantautorato italiano degli anni ’70 e il country rock  alternativo dei nostri giorni. Un mix  che sa di vita vissuta e diventa secondo alcuni la  fotografia d’orizzonti emotivi e derive oniriche.

La critica sul web ritrova in “ROBA LIEVE”  persino echi del Bennato busker di quarant’anni fa. Echi potenti che si  insinuano in una scrittura in delicato equilibrio tra psichedelia, elettronica e folk. Il calore del suono acustico del bouzouki s’ibrida con l’elettricità di una chitarra elettrica western sul battito di una batteria elettronica. Non possiamo che concordare sottolineando che il disco si apre ad una lettura critica ampia.

Scritte e registrate in oltre un anno e mezzo di frequentazioni sonore nella mansarda di casa, con un microfono, un computer e una marea di strumenti acustici, elettrici ed elettronici, le canzoni sono state rifinite e mixate da Andrea Rovacchi nello storico studio Bunker di Rubiera (RE), già  teatro nel passato di numerose registrazioni da parte dei rispettivi gruppi e di molte altre band della scena indie italiana.

LA ROSTA   è il nome di un famoso quartiere popolare di una Città emiliana ed è anche il nome,  in musica, del  progetto musicale della “strana coppia” Massimo Ice Ghiacci  (bassista e compositore da sempre nei Modena City Ramblers) e Marco Goran Ambrosi (chitarrista  e compositore nei Nuju).

di Giovanni Pirri

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