I quattordici film della sezione principale del 31° TFF

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Riservata ad autori alla prima, seconda o terza opera, la principale sezione competitiva del festival presenta quattordici film realizzati nel 2013, inediti in Italia; i paesi rappresentati sono Canada, Corea del Sud, Francia, Giappone, Italia, Messico, Spagna, Stati Uniti, Thailandia e Venezuela.

2 AUTOMNES 3 HIVERS di S é bastien Betbeder (Francia, 2013, DCP, 93’)
Il primo incontro tra un uomo e una donna è in realt à uno scontro. Il secondo una pugnalata al cuore. Così due trentenni, Arman e Amélie (Vincent Macaigne e Maud Wyler), si inseguono, si innamorano e vanno in crisi. E le stagioni si susseguono. Con tono scanzonato e malinconico, Betbeder, al Tff 2012 con Le s nuits avec Théodore , omaggia la Nouvelle Vague stilando un manuale di istruzioni per la vita amorosa (e non solo).

LA BATAILLE DE SOLF É RINO di Justine Triet (Francia, 2013, DCP, 94’)
6 maggio 2012, secondo turno delle elezioni presidenziali in Francia. Una cronista copre la diretta tv dai quartieri generali di Hollande. Ma la vita irrompe a complicare la situazione: l’ex marito disturbato si presenta all’improvviso per stare con le figlie. La Storia e le storie, il pubblico e il privato, la folla, le ba mbine, i risultati elettorali, tutto si mescola e si contamina. Con coraggio e intelligenza. Ancora con Vincent Macaigne.

BLUE RUIN di Jeremy Saulnier (USA , 2013, DCP, 92’)
Dwight Evans è un senzatetto che vive di espedienti nel Maryland. Dorme nella sua vecchia Pontiac blu, si lava nei bagni delle case vuote, rovista nei cassonetti della spazzatura in cerca di cibo. Nel momento in cui scopre che l’assassino dei suoi genitori sta per tornare in libertà, decide di mettere in atto un’irrazionale vendetta. Un revenge movie asciutto e serrato, opera seconda del direttore della fotografia Jeremy Saulnier.

BULG – EUN GAJOG (RED FAMILY) di Ju – Hyoung Lee (Corea del Sud, 2013, DCP, 99’ )
Prodotta da Kim Ki – duk, una commedia “politica” via via sempre più cupa e tragica , sullo strappo insanabile fra Corea del Nord e Corea del Sud. Due famiglie vicine di casa (una vera e a pezzi, l’altra finta e apparentemente felice) lottano per la supremazia e, quando s’intravede la luce di un’amicizia, è troppo tardi. Realtà e sua mess a in scena si mescolano in un amaro gioco delle parti. Una speranza, forse, solo per i più giovani.

CLUB SANDWICH di Fernando Eimbcke (Messico, 2013, DCP, 82’) Hector e Paloma, un ragazzino di quindici anni e la sua mamma single, passano le vacanze in un albergo vicino al mare. Giocano, scherzano, si spalmano la crema solare, sono complici. E un bel giorno arriva Jazmin, una coetanea cicciottella più sveglia di lui, con la quale scatta subito l’attrazione. Primi, maldestri tentativi sessuali e una mamma te rzo incomodo, raccontati con humor laconico dal regista di Lake Tahoe .

C.O.G. di Kyle Patrick Alvarez (USA , 2013, DCP, 88’) David, rigido studente di Yale, decide di esplorare la vita e di passare l’estate raccogliendo mele in Oregon. La fidanzata lo moll a per uno s conosciuto, il datore di lavoro è bizzarro, un collega vuole sedurlo. Tragicomiche avventure nel primo film tratto da un racconto di David Sedaris: ritratto esilarante, profondo e spietato di un personaggio alla scoperta del mondo, della sessual ità, della spir i tualità ( C.O.G. sta per “Children of God”).

LE D ÉMANTÈLEMENT di Sébas tien Pilote (Canada, 2013, HD Cam , 111’)
Gaby manda avanti la sua fattoria da una vita. Il suo matrimonio è andato a rotoli, le due figlie vivono da tempo a Montréal e ha nno pochi contatti con lui. Quando la maggiore gli chiede un aiuto economico, lui è pronto a mettere in discussione la sua vita. Echi di Balzac ( Papà Goriot ) e Shakespeare ( Re Lear ) nella toccante opera seconda di Pilote, a due anni da Le vendeur (Tff 2011 ). Con Gabriel Arcand, fratello di Denys.

LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE di Pif (Italia, 2013, DCP, 90’) I momenti cruciali della sua vita, dal suo concepimento all’innamoramento per la bella Flora, coincidevano sempre con drammatiche stragi mafiose. Ma il palermitano Arturo ha un solo mito: Giulio Andreotti. Crescendo, apre gli occhi e matura. Esordio cinematografico di Pif, che mescola lo stile di (auto)analisi civile de Il testimone con la voglia di parlare di mafia con toni nuovi, sarcastici, ma non pe r questo meno dolorosi e commoventi.

PELO MALO di Mariana Rondón (Venezuela, 2013, 35mm, 95’)
Junior ha nove anni ed è ossessionato dalla sua lussureggiante chioma etnica, che tenta di lisciare con i metodi più ingegnosi. Vuole apparire cool come un canta nte pop, almeno nell’annuario della scuola, ma si scontra con le ansie della madre, dura, brusca, provata dalla fatica e dalla solitudine. L’intima scoperta di sé nella Caracas scalcinata dei condomini popolari, dell’intolleranza, dell’isolamento.

LA PLAG A di Neus Ballús (Spagna, 2013, DCP, 82’) Vite intrecciate nell’arsura di un’estate senza pioggia: un wrestler moldavo che lavora come bracciante, un agricoltore che coltiva cibo organico, una prostituta che attende nel nulla della campagna barcellonese, u n’infermiera filippina e l’anziana Maria, deforme, con gravi difficoltà respiratorie ma attaccata alla vita e alla natura. Documento della marginalità, ma anche commedia lieve e quasi visionaria, con i veri protagonisti delle storie.

SAO KARAOKE (KARAOKE GIRL) di Visra Vichit Vadakan (T h ailandia/Usa, 2013, DCP, 77’)
A Bangkok, la ventitreenne Sa lavora come escort in un locale di karaoke, per mantenersi e mandare soldi alla famiglia, poverissima, che vive in un villaggio. E si innamora di un coetaneo… Esordio che mescola sapientemente il documentario e la finzione per dare vita al ritratto sincero e appassionato di “una ragazza nella notte che non ha possibilità di scelta”, ma va ostinatamente avanti. Sa Sitjin interpreta se stessa.

SENSÔ TO HITORI NO ONNA (A WOMAN AND WAR ) di Junichi Inoue (Giappone, 2013, HD Cam , 98’)
Nel Giappone dilaniato dalla Seconda guerra mondiale, uno scrittore fallito, una prostituta frigida e un soldato monco cercano di sopravvivere: facendo i conti con la povertà, la disperaz ione e il Male. Eros e thanatos per un’opera prima shock , attonita e nichilista, che ha la ruvidezza del tardo Wa kamatsu e il dolore di Oshima. Il ritratto di un p aese sull’orlo dell’abisso, senza coordinate di riferimento; e un pugno nello stomaco che met te in gioco.

IL TRENO VA A MOSCA di Federico Ferrone e Michele Manzolini (Italia, 2013, DCP, 70’)
Nell’estate del 1957 si svolse a Mosca il 6° Festival mondiale della gioventù. Da 131 Paesi arrivarono circa 34.000 partecipanti. C’erano anche alcuni giovan i, entusiasti cineamatori, delegati di Alfonsine, cittadina romagnola. La storia di un’illusione e della sua fine, raccontata con lucidità e commozione da uno dei protagonisti, Sauro, attraverso il montaggio dei tanti home movies girati da lui e dai suoi a mici, a Mosca e altrove.

VANDAL di Hélier Cisterne (Francia, 2013, DCP, 90’)
Adolescente inquieto e ribelle, di padre nordafricano e madre francese, viene affidato agli zii di Strasburgo, per essere avviato al mestiere di manovale. Scopre invece il mondo notturno e misterioso dei graffiti urbani, con tutto il loro fascino tattile e materico. Dramma sociale che aderisce come una pelle alla realtà e ne trattiene tutta l’energia vitale, girato con un’ampiezza di sguardo che ricorda Michael Mann.

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