Come si legge in un estratto dell’introduzione al libro “se il tango avesse una carta d’identità ufficiale, probabilmente ci sarebbe scritto ‘nato in Argentina da genitori genovesi’ ”.
Non sorprenda questa affermazione, anche se, quando parliamo di tango pensiamo all’Argentina come alla terra che ne ha visto la genesi. Ma, appunto, forse l’Argentina è stata testimone e nutrice, ma non genitrice del tango. Forse questo genere musicale e questa danza sono stati generati da un insieme di sentimenti, attitudini, tradizioni, sudore e lacrime di quanti, già a partire dalla metà dell’800, attraversavano il mare verso un mondo nuovo.
Il progetto “Xena Tango” vuole raccontare e sottolineare il contributo della cultura genovese nella Storia del Tango argentino.
Presentato in anteprima nazionale dalla città di Genova, nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, il progetto è composto da un album (in uscita in questi giorni) e un libro (la cui pubblicazione è prevista per la fine di ottobre; lo stesso giorno uscirà anche una confezione DvdPack contenente cd e libro insieme).
Prodotto da Paolo Dossena per Compagnia Nuove Indye (da oltre vent’anni importante punto di riferimento discografico per la ricerca e la produzione di musica popolare e world music), l’album vede protagonisti due grandi musicisti di origine argentina: Luis Bacalov (pianista, compositore e direttore d’orchestra, Premio Oscar 1995 per il film “Il Postino”) e Walter Ríos, (bandoneonista di fama internazionale, considerato l’erede di Astor Piazzolla).
L’interprete è Roberta Alloisio (cantante e attrice genovese, Targa Tenco 2011) e le registrazioni del disco sono state effettuate tra Roma e Buenos Aires.
Ad affiancare i tanghi argentini più belli (“El dia que me quieras” di Gardel, “Caminito” di De Dios Filiberto ed “El Choclo” di Villoldo, tra gli altri), tanghi nuovi scritti da autori e compositori genovesi (Giorgio Calabrese, Vittorio De Scalzi (New Trolls), Carlo Marrale -Matia Bazar- e Gian Piero Alloisio), mentre l’argentino Pablo Banchero, cantore ufficiale de La Boca ed astro nascente del nuovo tango argentino, firma due brani insieme a Roberta Alliosio.
Il disco include inoltre un inedito del Maestro Umberto Bindi, l’inno dei Liguri nel Mondo “Italiani d’Argentina” di Ivano Fossati e un brano scritto dal corso Stephane Casalta.
Completa l’album un elegante booklet di 40 pagine ricco di foto e corredato dai testi delle canzoni (in spagnolo, genovese, italiano ed inglese) e dalle informazioni sulla genesi dell’opera.
Il libro, curato dal giornalista Giampiero Vigorito, uscirà a fine ottobre: oltre 200 pagine di documentazioni d’epoca ed immagini, che attraverso una serie di racconti evocano l’epopea degli emigranti genovesi arrivati in Argentina. I testi e le foto contenuti nel libro rappresentano un’ integrazione al disco, approfondendo il progetto e ricostruendo le fasi più note ma anche le storie meno conosciute dei nostri connazionali in Sud America che, facendo leva sui suoni della loro terra d’origine e quelli dei luoghi che li stavano adottando, hanno esercitato una chiara influenza sull’evoluzione del tango.
Il libro ospita anche le interviste e le testimonianze in prima persona dei protagonisti dell’operazione discografica, su tutti Luis Bacalov, Giorgio Calabrese e Roberta Alloisio, curate in collaborazione con la giornalista Ida Guglielmotti.
LA STORIA
Per circa un secolo, fino alla metà del 900, un flusso quasi costante di emigranti si è spostato verso Stati Uniti e America Latina e, tra i primissimi, sono i liguri a spingersi verso Argentina, Brasile e Uruguay. E’ soprattutto nel quartiere di La Boca, alla periferia di Buenos Aires, che i genovesi si insediarono massicciamente, portando con sé tradizioni, usi, costumi e anche strumenti musicali. Ma soprattutto si portavano dietro la lingua delle radici, il dialetto, che per molti decenni è stato la lingua ufficiale della comunità genovese a La Boca. Gli abitanti di La Boca si chiamavano e si chiamano tuttora “zeneizi” e zeneizi si definiscono ancora i tifosi della principale squadra di calcio argentina, il Boca Juniors. Ma è molto probabile che la maggioranza di questi ignori che zeneize significa genovese.
In una relazione del 1851 del viceconsole sabaudo Carlo Belloc c’è quella che probabilmente è la prima testimonianza della presenza dei genovesi e dell’uso del loro dialetto alla Boca del Riachuelo. Scrive Belloc: “Chi si fosse trasportato al suburbio di Buenos Aires denominato Boca, una piccola città di duemila anime esclusivamente popolata da liguri, quasi interamente composta d’uomini adulti si sarebbe, per incantesimo, illuso, udendo il dialetto genovese, generalmente usatovi, di vivere sul litorale della solerte Liguria”. E poiché in questo quartiere di Buenos Aires non si parlava l’italiano ufficiale, ma solo il dialetto, quella che si sviluppò fu una lingua mista di spagnolo e vernacolo, chiamata convenzionalmente “cocoliche” e da questa molti termini furono assimilati nel patrimonio linguistico ufficiale, che, nel tempo, si è arricchito anche di altre espressioni derivate dal gergo della malavita, il “lunfardo”. Ed è proprio di lunfardo che si nutrono spessissimo i testi dei tanghi, alla cui nascita la cultura popolare genovese ha fornito un contribuito essenziale. Basti pensare che le regole del tango, inteso come genere musicale e come danza, furono codificate nei “peringundines”, termine genovese che indicava i locali da ballo de La Boca e proprio alla Boca, quartiere dei genovesi, pare sia stato ballato il primo tango”.
Difficile ignorare, quindi, che i genovesi siano stati, probabilmente, i genitori naturali di una creatura la cui paternità ufficiale è stata attribuita agli argentini. Basterebbe a legittimare questa ipotesi la testimonianza del grande scrittore argentino Jorge Luis Borges, che in “Evaristo Carriego” ribadisce l’influenza dell’ambiente degli immigrati genovesi sullo sviluppo, ma anche sulla degenerazione del tango e scrive che “i vecchi criollos che inventarono il tango si chiamavano Bevilacqua, Greco, De Bassi…”
Di certo gli argentini hanno avuto il merito di restituire a tutti il tango, compiuto e codificato. Ma tanti altri, provenienti da luoghi diversi, alla ricerca del proprio posto nel mondo, trascinandosi dietro nelle valigie scalcinate ricordi, dialetti, storie, balli e canti popolari, speranze e dolori, hanno battuto le strade della musica confluite poi in una sola, quella del tango così come lo conosciamo oggi. E non c’è dubbio che, tra queste, la strada che da Genova porta a Buenos Aires è stata la più larga e trafficata”
XENA TANGO uscirà in tre forme diverse:
– il CD (prezzo suggerito €15,00)
– il Libro (prezzo €12,00)
– un cofanetto contenente il CD più il libro, confezione DvdPack (prezzo €20,00)




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