Le Interviste di Allinfo.it : M’Barka Ben Taleb (@BenTalebMusic)

M'Barka_Photo by Eugenio Blasio_5_b(@BenTalebMusic) (@JohnMTurturro)  #PassionFruit

Di origini tunisine, M’Barka Ben Taleb , da diversi anni,  vive e lavora in Italia. Prevalentemente autrice di brani di musica etnica, ha ricantato in arabo diverse canzoni napoletane, tra cui Indifferentemente, Nun te scurda’, Luna Rossa.

L’intento dell’artista infatti è quello di esaltare il legame profondo tra le due culture musicali mediterranee, quella tunisina e quella napoletana, combinandole con sonorità neo-melodiche.

M’Barka Ben Taleb ha fatto molto di più.  Nella pellicola musicale del 2010 Passione di John Turturro  interpreta le canzoni Nun te scurda’ con Raiz e Pietra Montecorvino, Tammuriata nera con Peppe Barra e Max Casella e da solista O sole mio (cantata in arabo interamente al di là del ritornello). Il regista italo-americano ha voluto M’Barka anche nel suo film Gigolò per caso che vede nel cast Woody Allen, Sharon Stone, John Turturro, Sofia Vergara e Vanessa Paradis. In questo film M’Barka Ben Taleb interpreta il personaggio Mimou cantare I’m Fool to Want You e Luna rossa.

E’ quanto ci dice di Lei Wikipedia. Inutile parlarvi della curiosità che ha suscitato in noi M’Barka Ben Taleb , questo il suo nome, e l’abbiamo intervistata per voi / noi.

M'Barka_ Photo by Eugenio Blasio_4_b

Un disco composito che fonde la cultura araba alla passione mediterranea, italo-napoletana. Qual è il terreno fertile che permette l’incontro tra  queste due realtà?

Il punto d’incontro è la crescita dell’immigrazione in Italia e della quale spesso non ci accorgiamo.

Una realtà che attraverso la musica è alla ricerca di  un linguaggio comune?

Attraverso il  corpo, la parola e la  passione. Per questo mi sono spinta nella traduzione in arabo di brani scritti in napoletano. Se non senti dentro di te l’emozione non puoi tradurla nel corpo e la traduzione di  brani così belli in arabo riesce a veicolare meglio l’emozione che sento dentro quando li ascolto. Complice la melodia che, diversamente,  rischierebbe di perdere l’incontro importante con la storia di altri popoli.

Un viaggio interculturare che ha prodotto delle considerazioni  comuni ? Siamo più simili di quanto possiamo immaginare?

Tutti i brani sono governati dalla passione e il mediterraneo è sinonimo di passione e noi popoli che affacciamo su questo stesso mare ce lo dimentichiamo.  Tradurre, poi, canzoni storiche in lingua francese e araba è stata una bella soddisfazione e una forma di ringraziamento per una terra che, da lungo tempo, mi ospita e per la quale provo affetto.

Ma dal napoletano all’arabo le traduzioni rimangono fedeli  oppure cambia tutto?

 “Luna Rossa” nella traduzione  è rimasta la stessa. E’ stata tradotta ed è venuta perfettamente.   Quanto a ” O sole Mio”  non è stato possibile tradurlo fedelmente. Se lo avessi fatto si sarebbe persa la magia. Lo sforzo è stato quello di  mantenerla intatta   nella melodia e di fare in modo che passasse  l’emozione originaria che ha generato quella canzone.
Quanto a I’m a Fool to Want You fu Turturro ad impormi  la traduzione del brano che è stato poi scelto  per il suo film perchè diversamente lo studio legale della produzione mai lo avrebbe accettato. Alla fine il pezzo, anche se non tradotto fedelmente, fu inserito perchè Turtutto ne rimase colpito.

Il Cinema è una realtà nella quale le piace sconfinare?

Musica e Cinema sono due facce della stessa medaglia. Dopo la partecipazione al film di John Turturro “Passione” mi sono resa conto che la musica in molte occasioni è molto più difficile. Il cinema dunque mi è molto familiare.

Che effetto le ha fatto interpretare una canzone simbolo (anche della contraddizione) come “Je T’aime moi non plus” che fu inizialmente scritta da Serge Gainsbourg per Brigitte Bardot nel 1968?

E’ stato liberatorio perchè spesso la donna non ha potuto dire la propria e in molte realtà continua ad essere così.  Je T’aime moi non plus è stata una  canzone di riscatto autentico per le donne dell’epoca costrette  a subire gli uomini. Per la prima volta una donna gridava ad alta voce la  libertà di essere tale e di essere padrona del proprio corpo, del proprio sentimento.

Qual è stata la scintilla che ha prodotto  la nascita di questo disco? E’ frutto di un atto spontaneo, istintivo o è stato il risultato di una ricerca profonda che ha avuto necessità di tempo?

Non vi è nulla di semplice quando si parla di musica. Questo disco arriva dopo 28 anni di palco e devo dire grazie a Federico Vacalebre, giornalista de Il Mattino che mi ha permesso di far conoscere e arricchire  le mia esperienza. Tradizioni del sud italiano e del Nord dell’Africa condividono così una esperienza comune.

Chi ha la possibilità di conoscere culture differenti come vede la città di Napoli oggi? Una serie di opportunità mancate  o altro?

Napoli è una delle meraviglie del mondo  e sono solita definirla “una bella femmina” che , purtroppo, non tiene a se stessa, non si cura, , almeno come dovrebbe. A Napoli c’è tutto ma il napoletano se lo dimentica e si dimentica che la città è una fabbrica d’arte. Napoli è la storia che si dà per scontata. Solo chi viene da fuori o parte definitivamente  da essa  si rende conto di quanto sia preziosa.

Passion fruit al di là dei colori e dei ritmi ha di fondo delle venature malinconiche?

I suoi  brani nascono dalla vera passione, però come ogni passione vera, vive le emozioni forti  e si spende nella ricerca del “per sempre” che secondo me non esiste. Credo che l’amore si possa comprendere solo attraverso il dolore che nasce  dalla malinconia dell’anima. Malinconia del ricordo felice che viene a mancare.

Quindi riassumendo in poche parole il rapporto che ha con la musica?

E’ un desiderio che parte da lontano. Da quando ero piccola. Per me la musica è tutto e fin dalla prima volta con il coro della scuola, gli incontri fortunati con Bennato , Tony Esposito ho capito che il palco è e resterà  la mia casa.

Cos’è che le torna ricorrente quando sale sul palco?

Prima di tutto,  ogni volta mi preparo al meglio per fare in modo che lo spettatore possa fruire della mia rappresentazione migliore. Tornano ricorrenti il tremore e la preghiera. Il mio unico desiderio è  piacere al pubblico  sapendo che  lo stare sul palco è un punto di partenza, di svolta, anche per imparare cose nuove, ogni sera , con un pubbico sempre diverso.

E’ anche un voler cercare di stupirsi? Cos’è che  oggi continua a stupirla?

Mi stupisco della atmosfera che si crea quando gli spettatori si rendono conto che non sono solo la bella che canta e comprendono che c’è sostanza oltre alla mia immagine. Mi stupisce, dunque, lo stupore delle persone che rimangono stupite. In particolare gli uomini che si erano fermati  all’aspetto esteriore.

Perchè non cambia l’atteggiamento negli uomini nei confronti delle donne. In fondo sono cresciuti da altre donne?

L’uomo è nato uomo e la sua presunzione innata gli impedisce di fare diversamente rispetto a ciò che  gli può procurare piacere. Per questo la donna è più forte dell’uomo ed è disposta a fare sacrifici e quindi a subire perchè sa anche rinunciare.
Da madre di un figlio maschio credo che alla donna spetti di essere la musa ispiratrice della sua sicurezza. Sono convinta che  dietro ad un grande uomo ci sia   una grande donna, ma oltre questo credo che il rapporto degli uomini con le donne  mai cambierà.   Oggi la donna lavora quanto l’uomo però il piatto pronto ce l’ha sempre l’uomo.

Spesso i proverbi ci aiutano a capire meglio la realtà. Anche nel suo paese di origine è così?

Si dice al mio paese. “Uno ha sputato in bocca all’altro” per dire che l’uomo è tale e quale  e  il suo atteggiamento è legato alla sua natura e non al luogo di appartenenza.

E a proposito di uomini, nel suo disco  sono presenti molte collaborazioni  maschili. Come è stato lavorare con questi uomini?

E’ stata una gioia perché avere a che fare con dei mostri di bravura lo è, e mi ha permesso di lavorare a livelli professionali ricevendo in cambio il rispetto per il mio modo di essere artista. Enzo Gragnaniello  non è la prima volta che lavora con me e la  stessa cosa posso dire per James Senese – con lui stiamo facendo il tour di Passion. Dopo tanti anni poter lavorare insieme  ad un disco è stato liberatorio ed appagante.

Una esperienza che va avanti con il tour . Quali i prossimi sviluppi e progetti?
Rai Uno da Marzullo, il 28 ottobre a  La Feltrinelli di Napoli e poi sto pensando ad un tour nei  teatri e nei  clubs.

E…

La passione torna prevalente e ce’è la voglia di giocare e di essere spensierati senza dimenticare mai le proprie origini.  Ma la mia gioia più grande è nell’avere ascolto ed essere apprezzata per quello che sono capace di fare.

di Giovanni Pirri

 

 

 

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