Le interviste di Allinfo.it : Massimo Priviero (@massimopriviero) + (@AlcatrazMilano)

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All’Alcatraz di Milano il 26 ottobre si conclude il tour di “ALI DI LIBERTA‘”. Prende il titolo dall’ultimo album (il 13°) di MASSIMO PRIVIERO. Un album che racchiude 25 anni di carriera.

Il concerto del rocker veneto, da tanti anni trapiantato a Milano, percorrerà le tracce di un ultimo lavoro davvero di grande impatto emotivo mescolato ai suoi brani più classici. Per l’occasione, ci saranno anche alcuni inediti eseguiti per la prima volta e la data verrà registrata in audio e video.

Abbiamo raggiunto Priviero telefonicamente per conversare su questo ed altro. Da questo incontro di voci è nata l’intervista che segue.

Un grande evento all’Alcatraz  di Milano il 26 ottobre: un momento di chiusura che diventa occasione per fare un  bilancio?

La data del 26 ottobre è,  innanzi tutto, una ulteriore occasione per suonare dal vivo. Il vero centro tenuto conto che  “Le ali di Libertà” nasce dall’esperienza del mio tredicesimo album, pubblicato appena un anno fa.

Verrà girato  anche un video?

Sì, un video che darà il là ad un nuovo  punto di inizio. Tutto, comunque ,  dipenderà da quello che riuscirò a percepire io stesso rivendendo le riprese.

A distanza di un anno ricco di live  riscriverebbe le “Le Ali di Libertà”   così come lo ha concepito?

Non credo esista un artista sulla faccia della Terra  capace di riscrivere fedelmente quella che definisco essere “una intuzione artistica determinata da un preciso momento di vita”. Anche se non ho dubbi nel ritenermi pienamente soddisfatto dell’album continuo a nutrire  una sana insoddisfazione che mi porta, continuamente, a ripensare sotto una nuova luce quello che faccio.

Essendo  un album autobiografico “Le Ali di Libertà” è  stato  definito come un felice equilibrio tra la forza esistenziale e la scrittura e il forte impatto emotivo speso alla ricerca della libertà. Libertà a sconfinare o per ritrovarsi?

Dopo 25 anni di carriera tiro una riga rispetto ad una vita nella quale mi guardo attraverso tra passato e futuro.  Sono consapevole che ci sono momenti dell’esistenza in cui bisogna fare un punto. Il dover essere autobiografici è, in quei frangenti,  una necessità. Nel mio disco parlo delle libertà esistenziali – intese come le più ampie possibili – perché sono la chiave di volta di qualsiasi esistenza.  Il problema della libertà e’, da sempre, quello di non essere mai pienamente  raggiungibile.  Anche il solo atto che ci permetta di avvicinarci ad essa  è  e deve restare un obiettivo di vita.

Cosa l’appassiona di questo album ?

La voglia di condivisione delle persone che hanno imparato a seguirmi nel tempo. Persone che hanno voglia di raccogliere i miei frammenti di vita personale contenuti nell’album e di farli  propri.  Ogni live ha dunque una sua storia nella storia e se vissuta fino in fondo e’ impareggiabile e insostituibile. Suonare per 50 persone o per un migliaio e’ la stessa cosa.

Dopo un lungo anno di live cosa  appare chiaro ?

Ho capito che  per me è  fondamentale   fare questo mestiere  godendo  dei suoi pro e contro . Non ci sono percorsi predefiniti, forse alcune situazioni  sono più chiare di altre , ma alla fine la sostanza e’ che tu suoni su un palco e devi essere vero. Soprattutto quando racconti le tue storie.

L’esser stato definito il poeta del rock e’ un peso o un vantaggio?

Le etichette da sempre esistono per risparmiarsi di guardare nel profondo le cose che si osservano da vicino.  Oggi, conta la mia visione lirica della musica  al di là delle etichette o dei paragoni.  Tutto questo corrisponde ad una necessità che non mi pesa e non rappresenta un vantaggio. Mi fa semplicemente piacere.

C’è un brano o una melodia particolare nella genesi di questo lavoro?

Molti  frammenti di questo “pezzo di vita”  erano già stati scritti molto tempo prima della sua uscita. “Le ali di Libertà” è  arrivato dopo 6 anni di attesa dall’ultimo album di inediti. Il materiale si era accumulato e, pian  piano, mi sono reso conto che le emozioni che riuscivo ad imprimere  e a trascrivere su carta  andavano condivise. La condivisione  è il passaggio obbligato per farle proprie e , a volte, anche per archiviarle  se scopri che generano in te una urgenza poco piacevole. Più andavo avanti e riavvolgevo il nastro dei miei pensieri ,  più mi rendevo conto che il termine libertà era il vero collante tra la parte di me sospesa tra lo ieri e l’oggi.

Quale è stato il momento più difficile?

Quando mi sono ritrovato  con 20, 25 brani da selezionare. La difficoltà vera è stata riuscire ad arrivare ad una sintesi.

E…

Il prossimo futuro è già impegnato nella scrittura di nuove canzoni.

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