Teatro Sistina stracolmo eppure già sembra questo un sogno.
Serena Autieri nella parta di Anna, la principessa, Paolo Conticini nella parte invece di Gianni Velani e poi Fioretta Mari , la Contessa, da alcuni definita il valore aggiunto dello spettacolo. Ed ancora Fabrizio Giannini, l’Otello della situazione e Laura di Mauro, la Francesca dei colori. A chiudere il cerchio un corpo di ballo di 20 elementi di tutto rispetto.
Questa una possibile sintesi, breve, di uno spettacolo che ce la mette davvero tutta per ricreare le atmosfere anni 50 merito grazie dello sforzo immane compiuto dal Regista, Luigi Russo, il quale in questa sua prima esperienza da regista ha deciso di inserire il movimento fin dentro le scenografie… un grande pannel che di volta in volta ci ripropone piccoli grandi angoli di Roma : la Roma che non c’è più. Una Roma, in alcuni momenti sbiadita, nella sua proiezione, dalle luci del palco. Segno evidente che il proiettore del teatro Sistina è storico quanto il teatro stesso?
Al di là di qualche piccolo dettaglio la sensazione generale è che tutto sia in grado di sorpenderci senza appartenerci e quel tutto abbia risentito sia di eccitazioni da prima volta che della paura del debutto.
Se Serena Autieri si riconferma grande interprete dalla voce fenomenale, Paolo Conticini, da buon toscano, nel suo romano, a volte dimenticato per lasciare spazio involontario all’italiano che gli è proprio grazie alla dizione perfetta, si lascia amorevolmente scoprire nei panni di un personaggio che mostra ottimi segnali di crescita… in termini di pathos e di empatia con il pubblico.
Questa edizione di Vacanze Romane è e resterà, comunque, la sfida in direzione ostinata e contraria avverso l’incapacità di alcuni di tornare a sognare… anche perché non si può dire che la Roma in essere ai tempi musicali pensati da Trovajoli non fosse spensierata.
Va detto però che la seconda parte del musical, essendo più romantica e, al tempo stesso più lenta, musicalmente parlando, costringe lo spettatore, sfinito dalla pensantezza di certe giornate di lavoro, a combattere se stesso per non lasciare il posto allo sbadiglio. Ma questo discorso ne apre altri mille anche perché, in Italia, lo spazio riservato alla Cultura e allo spettacolo di qualità è abitualmente notturno.
Del resto… non si può solo cantare e ballare e, quindi anche i sogni hanno bisogno dei tempi giusti per innescarsi.
“Onde ragion per cui…” Il voto dopo due ore di spettacolo è più che positivo e il Teatro Sistina si riconferma grande Innovatore, forte della sua tradizione che sa bene come mettere in scena.
#Vacanze Romane… dunque… se posso dire la mia, è uno spettacolo che va assolutamente visto. A ognuno, poi, il proprio insidacabile “giudizio”.
di Giovanni Pirri

